Ci sono giornate che nascono pesanti, ma chi è che non le ha.
La sveglia, le cose da fare, le aspettative da non deludere, la solita corsa contro il tempo, i ritardi.
Ah, i ritardi, li odio.
Basta beccarne uno per entrare in un circolo vizioso. E vabè, che possiamo fare, ce lo teniamo.
Allarghiamo le spalle e andiamo avanti perché, se in fondo ci pensiamo bene, è meglio guardare sempre il lato positivo.
Magari una determinata giornata è destinata a fare quelle cose, e non delle altre da noi messe in calendario. Passiamo metà della nostra vita lamentandoci del tempo che scorre senza mai preoccuparci veramente di lui; ci limitiamo a forzarlo in base a ciò che desideriamo senza mai permettergli di prendere il suo naturale corso.
La stanchezza e i momenti difficili sono semi naturali della vita, però non facciamoci prendere dallo sconforto. Piangiamo piuttosto, permettendo ai pensieri negativi, alle ansie e allo stress di uscire fuori dal nostro corpo. Io uso il pianto come forma di liberazione, quando sono al limite, il mio corpo espelle le tossine dell’anima in questo modo. L’importante è non cadere nello sconforto, nemmeno quando non vedi la luce in fondo al tunnel. Piuttosto, porta con te un accendino per creare una piccola fiammella; seppur artificiale sarà un lampo nel buio.
Prendiamo la carica senza usare gli altri come serbatoi delle nostre paure, evitiamo di essere pieni di vuoto. Ricominciamo da noi stessi, mettendoci in testa che se non possiamo scalare una montagna, potremmo creare un tunnel per passarci di sotto.
Mai arrendersi, e ve lo dico con il cuore in mano, nemmeno quando la gente non crede nelle nostre possibilità. Ci sarà sempre un modo per fare le cose e se non c’è, lo possiamo inventare.
Non molliamo, anzi, proviamo a crederci sempre di più.
Ve lo dico da Donna che sente il fuoco ardente dell’Etna nelle sue vene.
Sono una Sicula e, come la mia terra mi sento selvaggia e ricca di tesori nascosti.
Certo, direte voi, e la bruttura delle strade, la spazzatura, l’inciviltà?
C’è, come nasconderlo.
Anche io ho tanti nei, ma se mi fermo ad unirne i punti a volte escono delle belle forme.
Proviamo ad immaginare, cambiamo metodo. Rimoduliamoci. Impariamo a far convivere le cose.
Basta con quella ricerca dell’equilibrio che ci obbliga sempre a catalogare le cose; a scegliere cosa è giusto e cosa no; a togliere anziché mettere. E se la sinergia la racchiudessimo tutta insieme?
Questa soluzione potrebbe permetterci di comprendere tante cose nella nostra esistenza, senza vivere mondi separati. Siate sempre voi stessi e puntate all’onesta.
Non conta quale sia il tuo lavoro, ma che tu lo faccia al massimo delle tue capacità e con la più alta etica possibile.
L’ingrediente segreto?
Fare ciò che ci rende felici, perché le cose fatte con passione hanno sempre un sapore più buono.
Non solo nel lavoro, ma nella vita.
Ringrazio mia sorella Federica che, con il favoloso scatto donatomi e messo in copertina, mi ha ispirato dopo una lunga giornata …. iniziata con tanti ritardi ma conclusasi con un paesaggio da sogno.
Buona notte, amici spettinati