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L’amore ai tempi della spesa … me è sempre meglio scegliere!

“Ho deciso, uno di questi giorni aprirò una porta e dirò all’uomo che c’è dentro: tu sei il mio fidanzato”. Con fare deciso, ma giocoso una mia amica mi ha fatto questa affermazione.

In pratica, valutavamo l’idea di trovare un amore in una di scatola chiusa, anzi, dietro una soglia. Non avremmo avuto nemmeno quella suspence che ti regala un pacco con un bel fiocco intorno.

Sul momento ho sorriso, l’attimo dopo riflettuto.

Ma se, anziché una porta, l’amore venisse scelto direttamente da un bancone o uno scaffale all’interno di un supermercato? U  po’ come quando vai a prendere patate e carote ( faccio finta di fare la salutista considerato che l’arrivo dell’estate è alle porte), ma lasciamo stare, andrò a prendere della carne.

Ecco, immaginiamo già la scena.

Entro con fare disinvolto al supermercato, indosso un vestitino nero ricamato con la gonna un po’ a svasare, in pieno stile vintage; un tacco per slanciare la figura (non troppo esile, ricordiamolo); cappello e cappotto che in modo morbido sagoma la mia sagoma. Sicura, ma non troppo, (come è giusto che facciano le brave e giuste donne) mi avvio al banco dei “freschi” chiedendo il taglio del giorno. Chissà il ventaglio di carne che avrà selezionato il mio macellaio di fiducia per me.

Ecco l’elenco:

“Potrei darle qualcosa di magro, ma sappia che sul fuoco diventa facilmente secco”. La scarto immediatamente, pensate a questa fettina che si presenta bene, rosea, succulenta e poi sul fuoco, pian piano, ti diventa rachitica. Non va. Le cose asciutte non mi sono mai piaciute. Sarei un contraddittorio! Andiamo avanti.

“Ho un pezzo molto serio, ma rischia di essere pesante da digerire”. Caspita, immaginavo già le sere noiose che mi aspettavano e quel pezzo duro da tenere sullo stomaco. Ussignur, evitiamo e chiamo nuovamente carta.

“Ho del petto di pollo. Lo guardi, maestoso, povero di grassi e ricco di estrogeni”. Ah, “Annamo bene”, un finto ruspante, in pratica. Vebbè, non era proprio la mia giornata. Nulla che soddisfacesse la mia voglia d’amore o d’innamoramento, forse era meglio aprire una porta a caso?
Intanto spingo il mio carrello vuoto guardando quello delle altre. Molti di questi erano pieni. Forse loro erano più decise di me o, semplicemente, nell’incertezza prendevano tutto per poi scegliere con calma.
Urto con il mio piccolo carretto metallico a quattro ruote quello di un altro.
Alzo gli occhi, incrocio uno sguardo, uno nei quali ci vedi il sole e per un attimo mi ci perdo dentro. Sorrido e abbassando lo sguardo, con un pizzico d’imbarazzo, vado avanti. Mi avvicino al reparto della frutta e prendo delle bellissime e succose mele rosse.
Penso a Cappuccetto Rosso e la nomino mia Madrina perchè pur mangiando un’amara mela ha poi trovato un Principe che le regalasse il dolce. Quindi, cara amica mia, aspettiamo di urtare il carrello giusto anziché aprire a casaccio una buia porta.

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Commenti

2 risposte

  1. Ciao cara Francesca , scrivi sempre divinamente. … è veramente un piacere leggere i tuoi scritti. … Allora : sono d’accordo con te aspettiamo il carrello giusto. …con la speranza che arrivi ! Tante donne scelgono perché hanno paura della solitudine e quindi si accontentano!

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