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Una risposta
E’ sempre molto facile trovare qualcosa di cui pentirsi.
Nel periglioso passato, per quanto abbiate osato, scoverete sempre un rimpianto, ve lo dico con senno di chi può guardare ad un congruo trascorso di variegate esperienze umane e professionali e, quindi, con lo sguardo disincantato di ciò che sarete, anagraficamente, tra vent’anni, assodato (e non scontato) che il blog “spettinato” è la vetrina delle emozioni di chi è ancora in itinere o, comunque, di chi non ha ancora raggiunto una piena consapevolezza di sé.
Tutto normale, per carità, quando hai trent’anni ogni ipotesi di futuro è plausibile, ogni porta può contenere un passaggio segreto, ogni acquazzone si conclude con l’arcobaleno.
Sì è proprio quello il momento dell’esistenza in cui tirarsi indietro, con il senno di poi, ha il sapore della codardia, sprecare l’occasione di salire sul treno, quello che passa una volta sola nella vita, non ha giustificazioni… eppure in molti, anzi la stragrande maggioranza, lo fanno, si tirano indietro, si accontentano, si adagiano sul divano e… si annoiano.
Sacrosanta l’esortazione a viaggiare, esplorare e sognare ma, perché questo accada realmente, bisogna che, facendo appello, a tutto il vostro coraggio, sappiate spogliarvi di tutte le maschere che, convenzionalmente, avete indossato nella prima, cruciale, fase della vostra vita.
Educazione familiare e contesto sociale sono le basi su cui si fonda lo spessore del carattere che, a trent’anni, si è già abbondantemente formato.
Spesso la prima forma di rispetto, quello per se stessi, viene meno per il nostro desiderio di non deludere gli altri e, proprio gli altri, spesso, nel tentativo di proteggerci, ci condizionano, quantunque in perfetta buonafede.
E qui è il nodo cruciale… a chi rispondere delle proprie scelte, delle proprie decisioni o indecisioni?
L’unica persona che può prendervi in seria considerazione siete voi stessi, voi come sarete tra vent’anni… è giusto che pensiate a questa persona come l’unica che, nel futuro, vi giudicherà… e sarà imparziale e spietata.
Se, come mi auguro sinceramente, appartenete alla razza di chi non vuole “annoiarsi” (la specie umana che può cambiare il futuro), salite sulla barca più vicina e mollate gli ormeggi senza guardarvi indietro, il mare potrà riservarvi molte sorprese, al mare dovrete affidare la vostra vita, ma sarà sempre meglio che vedere, tra vent’anni, rimpianti mutare in rimorsi, sale sulle ferite dell’anima che, inevitabilmente, l’esploratore si procura.
Poi, nel bilancio della vita, scoprirete che ogni giorno è buono per levare l’ancora e che il fascino del mare può raggiungervi in ogni momento, persino quando partire può significare non tornare mai più.