Mi sento un po’ come il cappellaio matto che alzando le tazze di the e facendo cambiare i presenti di posto per festeggiare un “Buon non compleanno” ritenendo impensabile ricordare la propria nascita solo una volta l’anno. E quindi, ritrovate le parole che avevo dedicato alle mamme tempo fa ho pensato che fosse bello condividerle con voi e ringraziare loro in un giorno come un altro, perché è nella quotidianità che si devono esaltare le cose belle!
“Maman, mamà, anne, mama, mamincka, mamae, maka, mam, mother.
Cambia il suono, ma il senso è sempre lo stesso: Mamma.
La parola che, con molta probabilità, la maggior parte degli esseri umani pronuncia dopo la sua nascita; e quando lo fa, non emette solo un rumore ma riversa in esso speranze, aspettative, sogni e desideri.
Ma chi sono le mamme?
Forse quegli esseri che delle volte non guardiamo abbastanza perché in fondo sappiamo che loro ci sono sempre.
Perché le mamme non si piegano, non si scalfiscono, ti perdonano nello stesso momento in cui le hai offese.
Mai retribuite, ma sempre a lavoro.
Chiamano i loro figli: “amore”, “vita mia”, “angelo” anche se sono dei terroristi in miniatura e per loro sono disposte, fin dal primo istante, a consegnare il corpo a dei cambiamenti che, con probabilità, lasceranno dei segni indelebili.
Possono partorire, abortire, abbandonare ma resteranno sempre mamme.
Si sacrificano le mamme, eppure si sentono spesso inadeguate.
Non esiste un manuale d’istruzioni per riscoprire questo ruolo che, in realtà, può essere compreso solo da chi guardando negli occhi un piccolo essere, anche quando diventerà grande, riesce a sussurrare: “Ti amerò per sempre”.
Chissà che mondo sarebbe senza le mamme, di sicuro l’aria non avrebbe quel dolce profumo di buono.
Auguri a tutte voi, donatrici di vita”.