La protagonista di questa storia è Anna Maria Martano, Prefetto Sicilia Accademia Italiana Gastronomia Storica e Gastrosofia e direttrice Accademia “I Monsù”, accademia Siciliana di Enogastronomia.
Lei, come la scrittrice e pittrice danese, Karen Blixen, ama raccontare storie. Parla di cibo, di vino e di tavola fondendoli con i libri, la letteratura e la sostenibilità. Adora tenere vivo il rapporto che il cibo ha con la terra, invitando a non sprecarlo, e con l’amore.
Adora la Sicilia e ne definisce i piatti un “unicum” impossibile da trovare altrove.
“Quelli che parlano bene della Sicilia, alla parola territorio, preferiscono utilizzare Genius loci – dice Anna M. Martano – che offre una gamma di ingredienti che non si trovano in nessun altro posto. È la terra di tante dominazioni, da qui sono passati tutti, un po’ per la sua posizione al centro del mediterraneo. Noi abbiamo assorbito ogni ingrediente portato da lontano e facendolo proprio. Qui, ad esempio, ha trovato casa il pistacchio, arrivato con gli arabi dalla Persia, che impiantato sulle pendici dell’Etna grazie all’azione del terreno vulcanico, fortemente mineralizzato, diventa un’altra cosa. Il pistacchio di Bronte è esclusivo nel suo genere: verde fuori e dentro”.
La Martano afferma che il cibo è convivialità già dal primo vagito quando, in automatico, una madre attacca il neonato al seno per allattarlo.
Anche l’inizio di qualsiasi conoscenza, soprattutto quella amorosa, comincia con l’andare a pranzo o cena insieme.
Il rapporto con il cibo, racconta molto il rapporto con gli altri.
Il cibo è filosofia, un approccio alla vita.
Milioni di anni di evoluzione hanno legato le due funzioni essenziali, nutrizione e riproduzione, ad esso come sinonimo di piacere. Anche l’addio a chi muore è a tavola. In Sicilia c’era la cultura del “Cunsolo”, in altre parole, dove era morto qualcuno familiari e vicini portavamo del cibo come conforto. Tramite la tavola ci prendiamo cura dell’altro e celebriamo la vita.
Per imparare a mangiare bene si ha solo una possibilità: studiare.
“Il cibo è cultura – conclude Anna -. Dobbiamo imparare a mangiare e gustare e per farlo dobbiamo documentarci. A chi vuole imparare sul serio consiglio due libri: la Bibbia e Filosofia del Gusto, di Brillat-Savarin. Buona lettura”.
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