Oggi racconto di qualcosa che mi coinvolge epidermicamente.
Un tema che tocca il mio essere donna, forte e fragile, dolce e determinata.
Un agrodolce di emozioni che mi fa ridere e piangere senza un’esatta sequenza.
Un modo per poter dire sono donna e anche:
“IO STO CON LE DONNE”
Per questo ho partecipato molto volentieri all’evento organizzato da TraOrmina Forum che ha visto scendere in piazza all’incirca un migliaio di uomini, per dire no al femminicidio.
Una manifestazione sostenuta da tanti vip come Franco Neri, Lino Banfi e che, come dice il presidente della associazione, Alessandro Cardente, diventerà itinerante perché il messaggio da diffondere è forte.
Vitale, aggiungerei.
È un segnale, ribadisce Cardente, che dal Sud ambisce a raggiungere, attraverso un percorso itinerante dell’Italia, l’estremo Nord del Paese per sensibilizzare l’opinione pubblica contro queste violenze, questa non cultura intollerabile e vergognosa anche e soprattutto per tutti uomini non violenti, che sostengono le donne.
Alessandro Cardente
Rispettare le donne significa rispettare chi ha dato la vita, chi ci ha messi al mondo e, dunque, chi ci ha regalato la meravigliosa possibilità di sperimentare i giorni, le ore, i tramonti e le albe.
Apparteniamo solo a noi stesse e non è concepibile che qualcun altro decida quando spegnerci.
Guardavo i numerosi nomi scritti vicino a quelle scarpe rosse e mi sono emozionata.
O meglio, ho pianto. Pensavo che uno di quei postit poteva riportare anche il mio nome, dopotutto, faccio parte di questo mondo e la mia fortuna fino ad oggi potrebbe essere solo una casualità.
Come ha detto Vera, la mamma di Giordana Di Stefano massacrata in macchina dalle 48 coltellate infertegli dall’ex compagno, è giusto fare gli sconti solo al supermercato e non quando bisogna punire un assassino.
Anche perché, l’ergastolo del dolore è per tutta la vita.
Voglio chiudere con uno stralcio di un racconto di Serena Dandini, “Mazzo di chiavi” del libro “Ferite a morte“, scritto proprio per ricordare quante donne vengono uccise ogni giorno.
“Allora questa è del cancello, questa del portoncino blindato, no questa è del garage….. Se cambio la serratura ha detto che m’ammazza, dice che è anche casa sua, solo perché ci ha abitato , ma io ci stavo in affitto da prima che arrivasse lui, ma se cambio la serratura ora m’ammazza. La cambio?, non la cambio???… E io non l’ho cambiata, così è entrato di notte tranquillo con le sue chiavi e mi ha strangolata mentre dormivo. Il ragazzino non si è accorto di nulla, ha continuato a dormire. […] Eppure dopo l’ultima discussione sembrava quietato, vedrai che ha capito, ho pensato, non mi ha neanche detto: “se cambi la serratura t’ammazzo”, allora mi son detta, quasi quasi domani la cambio…ma mi ha ucciso prima…
Io non lo volevo offendere, volevo solo lasciarlo o meglio volevo che lui ci lasciasse in pace a me e al ragazzino…
Ma lui dalla madre non ci voleva tornare, eppure la madre stirava meglio di me, me lo diceva sempre, dovresti imparare da mia madre, non ho fatto in tempo…
Scusate glielo dite voi alle ragazze del centro anti-violenza che c’avevano ragione, io non le ho più trovate, dice che hanno dovuto chiudere per via dei tagli , ora al posto loro c’è una banca, ma il mutuo non me l’hanno dato, peccato volevo tanto cambiare casa… ora mi son rimaste solo queste chiavi e non mi ricordo neanche cosa aprono… questa è del cancello… e questa??”