Immagino che con il titolo dato a questa pagina mi sarò beccata una serie di insulti gratuiti, ma non importa. Credo che ne valga la pena. Ho riflettuto molto sul concetto chiaro e lineare di Einstain in merito alla crisi vista in chiave ottimista, come trampolino di lancio capace di cambiare le situazioni di stallo.
Come potrete leggere più avanti nelle sue parole, ammesso che già non siano di vostra conoscenza, era fermamente convinto che è dalla crisi che deriva il successo.
La rinascita si nasconda nella possibilità di superare se stessi.
Ma come si fa a ripartire dal malessere e
dai momenti più neri della vita?
Sembra una cosa impossibile o, forse, molto più semplice di quanto non sembri. Facciamo una rapida considerazione, quando in corso c’è un tipo qualsiasi di crisi non abbiamo molto da perdere visto che già ci manca qualcosa. Quindi? Dobbiamo solo trovare il coraggio per compiere questo scatto in avanti.
Poiché è quando tutto sembra cadere in un precipizio che ci si ferma di più a pensare; che diventiamo più propensi a valorizzare il tempo che viviamo e le persone che respiriamo mi associo alle parole di Albert e dico anch’io: viva la Crisi ❤️
“Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose.
La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progresso. La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. E’ nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere ‘superato’.
Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suo stesso talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni. La vera crisi, è la crisi dell’incompetenza. L’ inconveniente delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita. Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c’è merito. E’ nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze. Parlare di crisi significa incrementarla, e tacere nella crisi è esaltare il conformismo. Invece, lavoriamo duro. Finiamola una volta per tutte con l’unica crisi pericolosa, che è la tragedia di non voler lottare per superarla.”
Albert Einstein
Una risposta
Bella sfida!
Non credo che debba preoccuparti di insulti e varie amenità, ormai l’abbiamo capito che, se non ci sbracciamo, non ne veniamo fuori… dalla crisi.
La paura che spesso spinge al non agire, dovuta alla vulnerabilità che ci caratterizza nei momenti di crisi, e’ la stessa molla che può farci agire, perciò, per dirla quasi in termini fisici (Einstain non me ne voglia), se crisi uguale stasi e reazione alla crisi uguale moto, allora la costante intellettuale, che trasforma l’una nell’altro e’ la paura.
Aggiungo quindi al “bigodini pensiero”, rischiando al pari il linciaggio intellettuale: viva la paura!
La paura intesa però come genesi di cambiamento: senza paura non c’è coraggio, perché se non c’è nulla da temere non bisogna sforzarsi di affrontare le cose della vita, e senza coraggio non si affronta il rinnovamento.
La paura e’ sempre dentro di noi, latente come l’istinto di conservazione, e il coraggio che ne deriva, quando la confrontiamo con le nostre aspettative ed i nostri desideri, sta sullo stesso scaffale dell’anima, quello più in alto, difficilmente raggiungibile… perché paura e coraggio sono merce che devi conquistarti, emozioni forti che non a tutti piace vivere.
Ecco perché cinici e codardi sono sempre in crisi e alimentano questa convinzione anche in chi, preso nel turbine del quotidiano, non si ferma a riflettere, guardandosi dentro, guardando li… sullo scaffale più alto, dove la crisi e la consapevolezza di risolverla convivono.