Negatività? Mi spiace, per te nessun posto a sedere in me …

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“Ciao Bigodina, sono Fiorangela. Non so se ti ricordi di me, ci siamo conosciute da Ikea durante l’inaugurazione del nostro ristorante e avrei il piacere di scambiare due chiacchiere con te. Fammi sapere, un abbraccio Fiore”.

Questo è il messaggio che ho ricevuto qualche giorno fa sulla sezione: “Ti rispondo, se me lo chiedi” e, anche se a lei non l’ho detto, io Fiorangela la ricordavo bene: donna dal sorriso esplosivo, carica di vita e con gli occhi scintillanti quando parla. Come te la scordi una così? Inoltre, quando il destino ti mette sul cammino delle perle rare, delle energie viventi, non si possono fare scappare vie.

Sorpresa da quella epistola telematica l’ho subito contattata fissando un appuntamento e, con un pizzico di stile romantico, abbiamo deciso d’incontrarci proprio nel luogo custode della nostra conoscenza: Ikea.  Qui, in quello che è il suo regno lavorativo,  si stava tenendo un incontro chiamato:

                                                                 “Knit Ikea family cafe”.

In pratica, un momento per lavorare a maglia, cucire e ricamare approfittando di imageun luogo pubblico, mi si è aperto un mondo. Tantissime donne, di tutte le età, erano pronte con i loro attrezzi di lavoro a trasformare scampoli amorfi di stoffe in meravigliosi capolavori. Non ho resistito e, invogliata da Fiorangela, ho provato anche io a mettermi alla prova.

Certo, avevo qualche perplessità e agli aghi non starò molto simpatica però ho scommesso su di me cercando in  qualche modo di sfidare le mie paure.

Amiche e, perché no, amici: dovete provare questa esperienza. Noi, figli del consumismo, del take away, delle cotolette già impanate perché siamo sempre di fretta e non possiamo sbattere due uova dovremimagemo cercare il tempo per ritrovare il piacere della manualità. Un momento per capire cosa riusciamo a fare con le nostre capacità, riscoprire la facoltà di concentrarci senza avere dei pixel davanti.

Devo dirvi che, anche grazie a delle fantastiche maestre del taglio e cucito ( tutte donne che di professione fanno dell’altro e questa è solo una passione, un piacere tutto personale) mi sono divertita molto. Anzi, di più. Abbiamo riso e ho avuto la certezza che anche dalle cose che non fai abitualmente si può trarre il meglio. Basta vivere di luoghi comuni, di convenzioni e stereotipi. Lasciamo liimageberi i capelli, ops i pensieri, e divertiamoci a sperimentare cose nuove. La positività è la base per qualsiasi successo, dunque, quando la negatività bussa alla nostra porta basterà dire: “Perdonami, ma qui non c’è nessun posto a sedere per te”. E così, con la smagliante  Fiorangela abbiamo pensato di creare un evento dedicato al pensiero positivo, una giornata tutta nostra fatta di Bigodini a Colazione perché

                    

                                                                       “Spettinato è bello”

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Ovviamente vi aggiorneremo perché vogliamo la partecipazione di tutti voi  per urlare: La vita è una cosa meravigliosa.

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Commenti

Una risposta

  1. La vita è una cosa meravigliosa?
    Basta dirlo per crederci?
    Si, la vita è una opportunità unica di esserci… dove? Ma nel mondo, naturalmente!
    E cos’è il mondo?
    È principalmente un insieme di vite, un insieme variegato e multiforme di opportunità, tutte distinte, uniche, imperscrutabili… e ognuna nasconde un piccolo mistero, una storia, un’esperienza, una piccola verità.
    Già, in questo spensierato contesto, mi è piaciuto inserire spunti di più profonda riflessione, perché traslare dalle sensazioni all’anima, scavare un po’ più a fondo, giova a dare significato anche alle più spicciole riflessioni.
    È proprio la semplicità con la quale viene descritta la differenza tra la frenesia e la calma, cui ci esorta l’autrice del pezzo che sto commentando, ad offrire la possibilità di concentrarsi su quello che rende la visione della vita positiva.
    Si, la generazione che si riflette solo nei pixel, piuttosto che negli sguardi, la generazione del “precotto” piuttosto che del preparato al momento, la generazione delle abbreviazioni (che ha perso l’abitudine a scrivere, con la penna, sulla carta), mi è aliena, figlia di un mondo in cui non si riconosce più il vero, spesso per mancanza di tempo più che per congenita indolenza.
    Allora ben venga, a rallentare il ritmo, tutto ciò che ci costringe a confrontarci con le nostre capacità manuali, tutto ciò che merita pazienza, applicazione e ci obbliga a concentrarci sulle cose minute… perché da queste cose minime traiamo piccole soddisfazioni, piccoli “attimini” di felicità in cui è facile, anzi fisiologico, ritrovare la gioia di vivere.
    Così, condividendo le “minuterie” si socializza, ci si racconta, senza fretta, con passione… perché se impari a non pungerti, ritrovi la concentrazione anche in altre cose della vita.
    Io sono profondamente convinto che, in tutta l’umanità, il germe del bene sia presente più della negatività, in quest’ultima riconoscendo solo la fatalità come causa naturale di infelicita’.
    Perché nessuno e’ ancora riuscito scientificamente a dimostrare che nel DNA umano risieda la causa della malvagità.
    È piuttosto la somma delle esperienze che ci rende duri, insensibili, cattivi o, come più spesso accade, amorfi, privi di una consapevolezza dell’esserci, che è per sua natura positiva.
    La vita è sicuramente una cosa meravigliosa, lo è per definizione e, date le premesse, non potrebbe essere diversamente, dobbiamo ricordarcene quando alteriamo il contesto, acceleriamo il ritmo, cerchiamo di uniformare le generazioni, senza tenere conto del fatto che siamo quelli che siamo perché attingiamo anche al passato, non quello personale che è univoco, ma quello universale che è di tutta l’umanità, profonda radice del presente e solida base del futuro.
    Ogni piano aggiunto alla costruzione della nostra vita deve, necessariamente, poggiare su queste solide fondamenta, che’ l’effimero si volatilizza facilmente e non lascerà traccia, nemmeno nel futuro.

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