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Buongiorno Principessa ❤️❤️ Spettinata

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Fin da quando ero piccola mi hanno detto che al mondo ci sono le principesse. Queste donne sono descritte come: Belle, composte, devote, ordinate, pacate, silenziose, con boccoli, corteggiate da principi che camminano su carrozze alla moda e, anziché un paio di  manolo blahnik, indossano scarpe di cristallo, …insomma, tutto bon bon e cotillon!
Lo so, lo so… esiste questa categoria! L’ho guardata, l’ho osservata e dopo un attenta analisi ho capito  di non poterne fare parte per ovvie ragioni, che anche voi avrete immaginato. Mi chiedo, ma non può esisterne una “spettinata”? Una che risulti curiosa, interessata, interessante; con i capelli intrecciati da una matita pronta a segnare ciò che merita nota; con il sorriso sulle labbra se è felice e gli occhi gonfi di pianto se si emoziona? Sapete, una di quelle capaci di fischiare con le dita o dare un abbraccio senza pensare a cosa succederà dopo ☺️
Io girerei su un maggiolino bianco con la cappotta nera e un paio di tacchi a spillo vertiginosi ( non di cristallo, non credo reggerebbero il mio peso importante), porterei con me una macchina fotografica e cercherei sempre un modo per sentire il vento in faccio per sentirmi libera.
Ecco, apriamo un sondaggio. Che ne pensate se proponessimo questa nuova categoria di principesse ?

Di quelle come me, ma credo di poter dire noi: spontanea, confusionaria, pasticciona, piula, troppo vitale, spettinatissima.

Ma poi, perché non dovrei farne parte?

Non lo dico io, ma la tazza… Quindi, perché non crederle?

Non smettete mai di sognare la vostra favola

❤️ buongiorno

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Commenti

9 risposte

  1. Buongiorno alla “nuova” principessa, categoria vintage ma che fa sempre la sua figura.
    Mai estinta, in realtà, la donna principessa alberga nella quasi totalità degli animi femminili.
    Il problema non è riconoscerla, piuttosto risulta difficile contestualizzarla, perché una principessa vive accanto ad un principe ed in presenza di sudditi, ha bisogno di essere riconosciuta e valorizzata come tale da una moltitudine, ‘che a guardarsi allo specchio ed attribuirsi il titolo nobiliare siamo bravi tutti!
    Variegata ed originale, l’interpretazione di se stessa che ci offre la bloggher genera un contraddittorio che stride come il giorno alla notte, ieri introspezione e silenzio, oggi, ostentazione e bon ton.
    Serve tutto per carità, ma qual’è il modello di riferimento?
    Le “dolci quadrature” della buonanotte o la chioma al vento sulla decapotabile?
    Quando ci si mette in gioco, quando si esprime una opinione in un luogo aperto a tutti, quando ci si mette la faccia, chi ci legge si aspetta coerenza, evoluzione del pensiero, stimoli che, sia pur labili, mantengano un filo conduttore, un’indirizzo, una forma.
    Poi, possiamo solo apprezzare che la rete sia un palcoscenico su cui tutti hanno diritto al loro quarto d’ora di notorietà… prima non c’era, adesso c’è, uno “speaker’s corner” in cui ognuno è libero di manifestarsi come crede, accettando comunque, come avviene in quel di Londra, di essere giudicato, fischiato o applaudito.
    L’essere uno, nessuno o centomila di pirandelliana memoria, non significa necessariamente essere camaleonti, mostrare sempre una faccia diversa, quanto esprimere delle opinioni condivisibili (tentando di rappresentare la moltitudine) o tacere, a seconda che si applichi, al proprio modello intellettuale, il ragionamento o il sentimento, inteso come esercizio della passione.
    Rappresentarsi e rappresentare sono due cose diverse, perché nel primo caso la soggettività rischia di prendere il sopravvento sulla realtà, un doping che non sempre ha risvolti positivi.
    Sempre tra queste righe, qualche tempo fa, si esortava a far tesoro di chi non accondiscende con le tue opinioni, di chi ti fa notare i difetti, le evidenti contraddizioni, piuttosto che plaudirti per l’acconciatura, la tazza, la spider e la matita fra i capelli… ecco questo è uno di quei casi, sono sicuro che si intuisce la buona fede, in quanto uomo della strada che libera”mente” si esprime sul folle mondo che lo circonda.

    1. Ma io sono così… coerentemente mutevole 🙂
      Ti auguro presto di vivere una favola, se già non lo fai

      Ps: un Principe ce l’ho che, seppur stridente nelle mie giornate, non mi chiama principessa, bensì Regina <3

  2. Certo, il termine “principessa” ha decisamente bisogno di una revisione.. Le principesse delle vecchie favole oggi, nella vita reale, non potrebbero sopravvivere. Questo non vuol dire che oggi non ci siano “principesse”, ma, semplicemente, sono cambiate; sono…o meglio: “siamo” piu’ mature, piu’ capaci, piu’ consapevoli, piu’ libere…libere anche di essere spettinate 😉

  3. Le considerazioni sulla coerenza lasciano il tempo che trovano… peccato.
    Sulla favola chiamata vita scrivete un resoconto dettagliato quando non si arriva a fine mese, dovete rinunciare all’estetista e l’ipocrisia vi separa da voi stessi e dal partner.
    Certo non è sempre così ed è legittimo sognare, se possibile, e magari vi aiuta, fatelo senza illudervi troppo.
    Alla frastornata bloggher, l’augurio di un regno duraturo e prosperoso e l’invito, coerente, a non vendere fumo, ovvero quell’immagine di sé che ne giustifica, sempre, la buona fede anche quando è mascherata dalla superficialità e da una evidente carenza di “spessore” emotivo e culturale, quando, insomma, anziché una donna matura sembra che a scrivere sia una adolescente in età puberale, ‘che in quel caso il “re” può essere solo un buon padre piuttosto che un vero compagno.
    E dire che almeno un buon esempio, come quello dei genitori, l’ha sicuramente avuto.

    1. Signor Messina, io non vendo nulla e sappiamo tutti che la vita è difficile e dura.
      Peró, Ho creato questo spazio per avere la possibilità di scrivere anche in modo infantile. Dopotutto, io mangio bigodini a Colazione. Lei è molto fortunato perché esistono miliardi di altri spazi sul web e non è un obbligo leggere il mio … La ringrazio comunque per l’attenzione!
      Ah, anche il re non padre è felice di come sono. Tanta fortuna.

      1. Gentilissima Regina (in arte Chicca), anatemi a parte, la consideravo meno sanguigna, caratteristica che
        ammalierà il re ma non si addice a personcina ben educata, quale ella si vanta di essere.
        La forma offusca la sostanza e la “derapata” sul personale, con sottolineatura della rinnovata vocazione a cedersi, apprezzabile e apprezzata, quantomeno dal re, non può esimermi dal ricordarle che, chi le scrive, lo ha fatto sempre con una sincerità scevra da qualsiasi ipocrisia, ovviamente compresa opportunamente e raramente accettata, sarà che i bigodini sono un pò indigesti?
        C’è davvero tanto spazio per scrivere, ha ragione.
        La priverò volentieri dei miei scomodi commenti.
        Antonio Messina

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