L’amore non avrà mai fine

“Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi l’amore,
sono come un bronzo che risuona
o un cembalo che tintinna.
E se avessi il dono della profezia
e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza,
e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne,
ma non avessi l’amore,
non sarei nulla.
E se anche distribuissi tutte le mie sostanze
e dessi il mio corpo per esser bruciato,
ma non avessi l’amore,
niente mi gioverebbe.
L’amore è paziente,
è benigno l’amore;
non è invidioso l’amore,
non si vanta,
non si gonfia,
non manca di rispetto,
non cerca il suo interesse,
non si adira,
non tiene conto del male ricevuto,
non gode dell’ingiustizia,
ma si compiace della verità.
Tutto copre,
tutto crede,
tutto spera,
tutto sopporta.
L’amore non avrà mai fine”.

  1. San Paolo
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Commenti

Una risposta

  1. “Perdere l’amore” cantava Massimo Ranieri.
    e d’amore sono pieni l’etere ed il web, traboccano di cuoricini canzoni, post e messaggini; le informazioni sulla situazione sentimentale di amici e parenti, come delle star di turno, sono sempre le più gettonate.
    Una vera ossessione collettiva “questo” amore. L’amore che si può perdere come la sicurezza.
    D’altronde, come non riconoscersi nelle parole di S. Paolo?
    “Se non avessi l’amore non sarei nulla …niente mi gioverebbe”
    Eppure l’amore nella fenomenologia del divenire e in quasi tutte le sue declinazioni, eccetto forse quella dei genitori verso i figli, può finire o essere percepito come tale.
    Alcuni pensano che possa sprecarsi l’amore, e con esso il tempo che si è impiegato a donarlo. Una visione molto diversa da quella suggerita dal nostro Santo di turno che, da Santo, si riferisce credo all’amore puro, universale, fatto della della stessa luce di quello divino. Ma noi siamo deiformi, non divini: alla perfezione possiamo solo tendere idealmente.
    Gioverebbe, forse, riflettere un attimo in più prima di premere “invio” e cdi contribuire alla ridondanza di cuoricini e stucchevoli commenti che ci sta infestando.
    Personalmente comincio a detestare in ordine alfabetico; Coehlo, Il piccolo Principe, la Tamaro. E la lista potrebbe continuare … se non fossi ragionevole citerei per danni la pagina fb “Aforismi”: bella l’idea… perverso l’utilizzo dell’utente medio dei social.
    Poveri autori e poeti, non hanno colpa (la Tamaro forse si …), credo bene che siano solo strumenti inconsapevoli di questa continua, incessante cannibalizzazione dei sentimenti. Agile sponda per lo sfoggio di gioie e dolori spettacolarizzati in discutibili circhi di provincia.
    Un “like”, un emoticon e passa lo spavento: appaio quindi sono.
    Ma l’amore “si compiace della verità”, forse più facile da raggiungere disponendosi all’ascolto e mai dimenticando di esercitare empatia, magica arte del “mettersi nei panni dell’altro “; sentire “l’altro” diverso e uguale, come te goccia dell’amore universale.
    Gioverebbe alla causa dell’amore, forse, fare un passo indietro nell’affermazione e nel soddisfacimento dei propri bisogni, il che non vuol dire demonizzarli o negarli, ma andare verso l’altro. Riconoscere che vivere le relazioni rimanendo sul piano dei bisogni e delle opportunità, porta inesorabilmente a far sentire l’altro come un bicchiere di carta:
    riempito, bevuto, buttato.

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