“Il principio della carezza”, un libro da bere con gli occhi

L’autunno ha ufficialmente bussato alle porte regalandoci le prime piogge che, a molti di noi, innescano la voglia di arrovellarsi sotto un soffice plaid. Possibilmente in compagnia di un buon libro.

A questo punto, a chi come me ha quell’irrefrenabile voglia di leggere, magari sognando ancora un po’ l’estate e un tenero amore, non posso che consigliare l’ultimo libro che mi ha tenuta compagnia:

“Il principio della carezza”. Potete acquistarlo su Amazon dove trovate il formato Kindle o copertina flessibile (€ 9,99 e 12,75)

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E vi suggerisco Perroni, autore del libro edito da La nave di Teseo, perché le sue pagine non si leggono, si bevono.

E devo dire di essere rimasta sobria, pur avendo alzato un po’ il gomito. (Pure simpatica sta Spettinata, direte).

Sono rimasta legata a lui, o meglio alle 101 pagine di quello che mi piace definire manuale di consigli e massime di vita in chiave romanzate, per 48ore.
Iniziato su un aereo,  destinazione Roma per un fine settimana fuori porta, la mia mente non ha fatto altro che pensare a quella storia d’amore capace, non immaginavo, di fagocitarmi.

Non ho capito bene se prendevo quel libriccino durante i momenti liberi o creavo quest’ultimi per sfilarlo fuori dalla borsa. Chissà.

Ma poi, perché farsi delle domande che non possiedono risposta.

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Sergio Claudio Perroni mi ha dato una chicca su come gestire il tempo facendomi capire che, delle volte, la fretta può aspettare per permettere al presente di essere capito, assorbito e vissuto.

Ho vissuto con i due protagonisti, una scrittrice e un lavavetri, conosciutisi grazie ad una finestra che vedeva l’uno fuori e l’altra dentro, una di quelle storie d’amore che ti permettono di sognare quando metti una parola dietro l’altra. Ogni tanto, quando rinsanivo dall’estasi della lettura, mi chiedevo cosa pensasse chi mi vedeva sorridere a un testo.

Ma come non farlo quando ti si chiede cosa sognano le cose, come una mano, ad esempio.

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“Sognerà roba che le piace, roba che la fa star bene, non so…Carezze, ecco. Io, se fossi una mano sognerei carezze, quel bel contatto che consola la pelle che le riceve e anche quella che le fa”

 

Dovete aggiungere Perroni alla vostra libreria vi spiegherà come

“…smettere di abitare i giorni come se fossero incidente del tempo, latitudini accidentali ordite dal vivere, vorticoso mappamondo con gli anni al posto dei luoghi. E come iniziare a considerarli ospiti preziosi, amanti da incantare, chiavi al tempo stesso porte di una passione interminabile. Perché è il buio a fare la notte, è l’alba a fare il giorno, ed è l’uomo a fare il domani”.

Vi ritroverete nelle sue parole perché chi non ha una ferita passata da rimarginare o una paura dalla quale

sfuggire, però non dobbiamo scoraggiarci e andare avanti, col sorriso aggiungo.

Direte, se fosse facile lo farebbero tutti. Abbraccio Perroni, metaforicamente, dicendo:

 

“Se lo facessero tutti, diventerebbe facile”

 

Ps: In copertina un’opera di Quint Buchholz, eccellente e pluripremiato illustratore tedesco.

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Sergio Claudio Perroni vive e lavora a Taormina.

sergio-claudio-perroniLui sostiene che a Taormina c’è tutto quello che manca altrove.

È traduttore dal francese e dall’inglese. Ha tradotto, e traduce, autori come  Foster Wallace, Steiner, Camus. È anche editor, ha editato ed edita, fra gli altri, Pietrangelo Buttafuoco, e Vittorio Sgarbi. Ha già pubblicato, presso Bompiani: Non muore nessuno (2007) ( La Feltrinelli, in questo momento lo trovate in offerta, €7,65) divenuto uno spettacolo teatrale, Leonilde, storia eccezionale di una donna normale (2010), (Amazon, copertina flessibile €8,08) divenuto un monologo teatrale interpretato dall’attrice Manuela Cescon. I testi hanno avuto a teatro la regia di Roberto Andò e Giampiero Borgia. Nel ventre (2013) ( ibs.it, copertina flessibile 9,75) Renuntio Vobis (2015) ( La Feltrinelli, €12,75, copertina flessibile). Nel 2007 ha anche pubblicato: Raccapriccio: mostri, papere e scelleratezze della stampa italiana(2007) (ibs.it, €10,00 copertina flessibile), una raccolta commentata di errori atroci dei giornalisti che scrivono sui quotidiani nazionali.

Magari ne approfittate per cominciare i regali di natale, i libri non fanno ingrassare e non scadono; i panettoni, sì.  🙂

 

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